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Il paradosso "Arancia meccanica"

Salve a tutti!

Quella di stasera non è propriamente una segnalazione editoriale; non lo è nel senso che io più che presentarvi il libro in questione ne commenterò alcune peculiarità e farò anche delle "escursioni" nella versione cinematografica (purgata) che ne è stata tratta e che è stata tenuta in naftalina per una quarantina d'anni data la crudezza e l'estrema violenza di certe scene del film che il grande Stanley Kubrick ne ha tratto.

Stasera voglio occuparmi, oh mamma che parolone "occuparmi" di "Arancia meccanica" di Anthony Burgess e in particolare della trasposizione cinematografica firmata da Stanley Kubrick. Il romanzo è già particolare di per sé, non solo per il linguaggio che vi si trova ma anche perché del romanzo esistono due versioni: una più ottimistica, se così si può dire, intitolata "Arancia meccanica", che ricalca l'andamento del film e un'altra, più cupa e senza speranza, intitolata "Un'arancia a orologeria" che risulta essere priva di quella specie di "lieto fine" aggiunto al film.

Anche il film è stato vittima di un paradosso, a parer mio. Il film, come accennavo all'inizio, infatti, è stato tenuto "sub iudice" per una quarantina d'anni e quindi rilasciato in una versione "censurata". E la versione censurata cosa è andata a toccare? Le scene di "ultraviolenza" come le chiamano Alex e i suoi drughi. Tutto bello, tutto giusto, no?

All'apparenza sì! Il film infatti fu accusato di aver prodotto una sorta di effetto emulazione in certa gioventù (e non solo) e quindi bisogna correre ai ripari. L'effetto è stato tale che l'espressione "un episodio di Arancia meccanica" o "in stile Arancia meccanica" è poi passata ad identificare fatti di particolare violenza (spesso gratuita).

Quindi, per dirla con Shakespeare: "Tutto è bene, ciò che finisce bene"?

Non proprio. Perché? Perché sì, è vero, quelle scene particolarmente violente sono state censurate, velocizzandole al massimo e fin qui ci sta o ci può stare.

Quello che però i censori non hanno colto, a mio parere, è il fatto che "Arancia meccanica" è un film di una violenza inaudita anche in quelle parti che passano per essere "rieducative". Avviso quanti non conoscessero il romanzo o il film che da qui troveranno alcune rivelazioni sulla trama.

Dicevo di quella che a me, riflettendoci su, pare essere un'estrema violenza generalizzata. Parlo del metodo di cosiddetta rieducazione applicata su Alex, l'unico della banda a finire in galera dopo che, i suoi "soma" lo hanno "tradito" e abbandonato al termine dell'ultimo episodio di "ultraviolenza". Ex compagni di scorribande che poi, colmo dei colmi, ritroviamo arruolati in polizia, liberi di continuare a essere violenti, una violenza della quale farà o meglio rifarà, le spese anche Alex uscito, "risanato" ma sarebbe meglio dire "rieducato" dal "trattamento Ludovico".

Ma andiamo per gradi...

Cos'è quel famigerato trattamento tramite il quale le autorità politiche si prefiggono di "rieducare" determinati soggetti, incarcerati per reati violenti? Quel metodo consiste in una sorta di tortura mascherata da terapia tramite la quale i candidati vengono obbligati a guardare, fino allo sfinimento e oltre, filmati di violenze che li porteranno ad avere reazioni di rigetto anche solo all'idea di rendere uno schiaffo o un pugno. Al protagonista provocheranno lo stesso tipo di reazione anche solo all'ascolto di determinati brani di musica classica che in passato lui tanto amava.

Quindi non si tratta di una terapia ma di una sorta di violenza che si prefigge di curarli rendendoli, una volta usciti, non soggetti perfettamente adatti a reinserirsi nella società ma li rendono vittime di angherie di ogni tipo.

Per questo ho detto che secondo me i censori hanno sì purgato le scene di violenza più evidenti ma hanno lasciato intatte le parti di violenza più sotterranea e tremenda. Il metodo non è per nulla "curativo" nel senso più puro e vero del termine. Rappresenta piuttosto di una sorta di vendetta della società "giusta" che rende gli ex carnefici delle vittime. E pace se lo facesse per tutti ma, come ho detto sopra, nel nostro caso "vittima" del trattamento è solo il capo della banda mentre i suoi "degni compari" diventano dei poliziotti che, scusate se mi ripeto ma ritengo ne valga la pena, possono continuare a perpetrare le proprie angherie, avendo ora il beneplacito incondizionato della società.

Grazie a tutte e tutti per la pazienza e l'attenzione!

Buonanotte e Buona lettura!

A risentirci presto!

Con simpatia! :)


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